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DIDATTICA     CDE

C

 

Ho due copie di questo libro. Lo regalai a mio figlio in occasione del suo quarto compleanno, con una dedica che ancora mi commuove. Per portarlo a scuola, ne comprai un altro: al primo ci tenevo troppo.
Sono poesie, cantilene e ballate di una bellezza indicibile e struggente, dedicate da Carpi ai suoi figli.
Fatine bianche e maghi blu, flauti di cristallo e draghi allegri, guerrieri con elmi neri e piume gialle, boschi incantati e incantatori indiani. Perfino un’arpia che è una zia bravissima e carina. E tanti bambini.
Storie per andare a dormire, storie per stupirsi, storie per inventare altre storie…
I disegni, che non si propongono tanto di illustrare le poesie quanto di ambientarle con richiami visivi, sono delicati acquerelli dello stesso Pinin Carpi.
Lievi e soavi come le parole, meritano un’attenzione particolare, poiché spesso ispirati da artisti quali Arthur Rackam, molto amato dall’autore.
Alcune poesie sono state scritte sul ritmo di musiche di Beethoven e di Schumann.
Un assaggio, a caso...“La sera limpida sul villaggio
antico
profuma
trasognata
d’arrosto e gelsomini.
Canticchiano le finestre
Accese.” I miei figli ne erano incantati, i bimbi della mia scuola dell’infanzia anche.
Io ne sono perdutamente innamorata.

(Maria Cristina Rosa)

In libreria il libro “Il pianeta dove scomparivano le cose” era tra le novità nel bancone all’entrata. Mi ha subito colpito per il sottotitolo, “Esercizi di immaginazione filosofica” e per le immagini che raffigurano in modo stilizzato i personaggi e le azioni.
Sfogliato di fretta sembra proprio un libro solo per bambini ma una lettura attenta mostra che gli autori si rivolgono anche agli adulti.
I personaggi sono alle prese con problemi logici che spesso sconfinano nel paradosso. Le domande che Tic, Tac, la signora Bam, il signor Bum, si pongono e che pongono anche a noi lettori, sono del tipo: “Un libro c’è anche quando non lo guardiamo? Come si fa a sapere se tutti vediamo gli stessi colori? Si può fare un mucchio infinito di sassi?” ed altre ancora. Classici problemi filosofici che hanno a che fare con la permanenza del tempo, dell’esistenza di altri mondi, dell’infinito, ecc.
Mi sembra un libro che si propone come obiettivo quello di mostrare che la filosofia non è solo riservata a studiosi di professione.
Gli insegnanti possono trovare nelle dodici “fiabe”, nelle quali è diviso il libro, un aiuto per sviluppare nei ragazzi lo spirito critico, proprio in un’età nella quale la realtà è o solo bianca o solo nera, e una visione “multipla” del mondo e degli altri.

(Gabriella Rapella)

D

 

James, nove anni, dopo la morte dei suoi genitori viene affidato alle perfide zie Spugna e Stecco.
Un misterioso vecchietto fa crescere nel suo giardino una pesca gigantesca. La pesca rotola dalla collina, e dopo aver allegramente spiaccicato le zie, finisce in mare con a bordo James e alcuni amici:una cavalletta, un ragno e altri simpatici animali. Un fantastico viaggio li porterà a New Jork.
Uno dei primi romanzi di Dahl. Ma già ritroviamo i motivi tipici di questo autore: gli adulti sono stupidi e feroci, i bambini si ribellano e vincono con la forza dell'intelligenza, dell'umorismo e della fantasia. Ancora una volta l'orfanello maltrattato si trasforma in eroe.
Adatta ai ragazzi dai 9 anni in su.
Consigliato per la lettura animata e gruppi.

(Daniela Borsato)

La piccola Sophie viene rapita dall’orfanotrofio e portata via da un misterioso gigante. Si tratta del Grande Gigante Gentile, il più piccolo dei giganti, l’unico che non si nutre di esseri umani, ma solo di orribili “cetrionzoli”. Il gigante in realtà si trova in Inghilterra per catturare sogni che conserva in barattoli nella sua caverna. Sogni allegri, ma anche spaventosi “trogogobli”. Il GGG e Sophie progettano insieme un modo per salvare gli uomini dalla fame dei giganti mangiatori di uomini, che portano nomi come Inghiotticicciaviva o Ciucciabudella.
Irresistibili i dialoghi: i giganti non sanno parlare bene, non sanno scrivere e non si lavano mai, perché non hanno avuto una mamma. Il linguaggio del GGG è un susseguirsi di invenzioni divertenti.
Il romanzo è adatto a bambini dai 9 anni in su.
Io mi ci sono divertita anche da grande.

(Daniela Borsato)

 

Da bambina ero molto affascinata dal magico mondo delle perfide streghe, per cui ho comprato questo libro basandomi esclusivamente sul titolo. Ma poi, sorprendentemente, tra le sue pagine non ho trovato pentoloni, pozioni magiche e vecchiacce ricurve sulle scope volanti… le streghe di Dahl sono donne che si potrebbero incontrare quotidianamente per strada: signore eleganti, inguantate, imbellettate e sorridenti, che celano dietro quest’apparenza rasserenante un’inquietante identità. Come riconoscerle, allora? Una nonna esperta ci svelerà tutti i misteri delle streghe… non quelle delle favole… quelle vere!!!
Una storia affascinante adatta ad ogni età, che mischia sapientemente i ritratti inquietanti di donne mostruose e spietate a quello rassicurante della cara nonnina, vera guida e maestra di vita per il piccolo protagonista, i toni a tinte fosche a quelli fiabeschi, la favola e la magia alla realtà.
Un libro da leggere per svagarsi ma anche per correre ai ripari perché… le streghe sono tra noi!

(Elena Papa)

Roberto Denti ci propone cinque fiabe famose, Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Biancaneve, Pollicino, Il Pifferaio Magico e fa qualche modifica qua e là, così, tanto nessuno se ne accorge.
Succedono, allora, cose strane…
La nonna sposa il principe azzurro… “sono sola da tanti anni e il principe azzurro è così bello!” e il lupo del principe accompagna Cappuccetto Rosso a casa.
Cenerentola risponde al Principe che vuole sposarla: “Senti, vorrei pensarci bene, ho ballato una notte con te, ma questo non è sufficiente per un matrimonio…” e sposa Maurizio.
I bambini di Hamelin restano soli nel paese, imparano ad autogestirsi e vivono allegramente, dopo che il pifferaio ha spedito gli adulti dentro la montagna.
E così via.
Accanto ad ogni storia modificata, c’ è il testo originale.
Piacevole e carino, lo trovo adatto a bambini un po’ più grandi di quelli con i quali ho a che fare io (3-6 anni), forse perché è poco illustrato o perché i bambini della scuola dell’infanzia conoscono a malapena le fiabe classiche e non sono, comunque, in grado di cogliere le differenze e il divertimento che ne può scaturire.
Con i bambini dei primi anni della primaria si può lavorare sulla fiaba, usando la “Grammatica della fantasia” di Rodari.
Ma questo lo sapete e lo sapete fare meglio di me.

(Maria Cristina Rosa)

                                                      

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