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NARRATIVA NA-NL
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NM-NZ |
N
Autore. Ibrahim NASRALLAH
Titolo: Dentro la notte-diario
palestinese
Editore: Elisso
Anno: 2004
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Un libro dal sapore beckettiano. Un libro che scorre
come una pellicola. Un diario di dolore e di memoria. Un diario palestinese.
“Ogni volta che metto insieme le schegge della mia anima una nuova tragedia
le disperde.” Non ci sono nomi né volti. I ricordi e il presente di due
uomini (l’Uno e l’Altro) si alternano nel corso di una lunga notte. Il
presente è un viaggio verso un paese sconosciuto per la Cerimonia della
grande Realizzazione. Durante la notte avvengono strani ed inquietanti
episodi. Lungo il cammino, il passato ritorna e si fa spazio, uno spazio
senza tempo e, apparentemente, senza senso. Il racconto del presente sembra
un viaggio verso il nulla, mentre il passato torna ad imporsi con una
memoria dolorosa che riesce solo ad afferrare brandelli. Un massacro, dei
morti, una fossa comune dalla quale l’Altro si è salvato, restando con un
braccio amputato. In realtà egli non ha mai avuto quel braccio. Egli è nato
per volontà di coloro che sono morti, donatori di parti del loro corpo. Ma
un braccio è sfuggito alla rinascita. L’Uno lo ha salvato, lo ha portato con
sé, suo alter ego, nato per testimoniare. "Si vive per dimenticare.
Dimentichiamo per sopravvivere. Ma, per non morire, non dimentichiamo mai
del tutto.”
Un gioco dei tempi, prettamente legato alle immagini, quasi cinematografico.
Un gioco scandito dal dialogo tra i due personaggi di cui non conosceremo i
nomi. Vittime predestinate, spogliate di tutto, della casa, della famiglia,
della terra e, tragicamente, della loro storia. Testimoni di un popolo di
vivi e di morti. E la vita e la morte si avvicinano. Alla fine, l’Uno
chiederà all’Altro: “Perché non scrivi tutto questo?”
….
“Continuiamo a chiacchierare.
Un carro armato spunta all’improvviso e apre il fuoco direttamente su di
noi.
Continuiamo a chiacchierare.
-Se non lo scrivi tu, troverò qualcun altro!
Continuiamo a chiacchierare.”
(Maria Cristina Rosa) |
Autore:
Salvatore NIFFOI
Titolo: La vedova scalza
Editore: Adelphi
Anno: 2006
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"E io? Già sono ridotta a buon punto! Mi sento una
bestia ferita che non guarirà mai più, una pazza che fa finta di esser sana
in attesa di… Bellu crancu, quello che mi sta mangiando il cervello. Sulla
rete del mio letto, dove un tempo saltava l’amore con le sue mille capriole,
al buio, ora danzano soltanto l’odio e la vendetta, come streghe maledette
che mi chiamano nel sonno. (…)”
Storia d’amore, passione e morte nella Barbagia più profonda tra le due
guerre: alla giovane Mintonia Savuccu uccidono barbaramente il marito
Micheddu e lei si incarica della vendetta, che lucidamente porterà a
compimento. Il suo lungo racconto-confessione, inviato a una nipote poco
prima di morire nella lontana Argentina, dove si è rifugiata con i due
figli, trasuda disprezzo e malinconia, tenerezza e rimpianto, e un dolore
sordo che non si placa.
Più della storia, colpisce il linguaggio: aspro eppure poetico, fin troppo
denso di suoni, odori, profumi, intriso di termini in sardo – anzi, di una
particolare variante del sardo – che ostacolano spesso la comprensione, è
insieme l’elemento di forza e il limite dell’opera, che probabilmente pochi
(anche tra gli isolani) riusciranno ad apprezzare fino in fondo.
(Monica Anelli) |
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