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NARRATIVA
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I
Autore: Anosh IRANI
Titolo: Il bambino con i petali in tasca
Editore: Piemme
Anno: 2007 |
Chamdi vive in un orfanotrofio di
Bombay, sin dalla sua nascita.
Uniche gioie della sua giovane vita: un lenzuolino in cui era avvolto
quando fu abbandonato, i petali, dai colori brillanti, di bouganvillea e la
capacità di sognare una “città della gioia”, con tutti i bambini felici di
godere del calore di una famiglia, di cibo buono e di giochi sereni.
Chamdi, proprio per cercare tale città, lascia l’orfanotrofio e, con esso,
la sua infanzia e si trova proiettato in un mondo di soprusi, sfruttamenti,
abusi e violenze.
Proprio in questo mondo, però, conosce il valore dell’amicizia, della
solidarietà e del coraggio, temi universali che lo scrittore tratta con
grazia e grande sensibilità, lasciando intravedere come solo la fantasia
possa permettere ai tanti bambini vittime innocenti del cinismo degli
adulti di continuare a vivere, sognando quel mondo di Pace che a loro
sarebbe dovuto.
Un libro delicato e capace di far riflettere, ancora una volta, sulla triste
realtà dei minori “vinti dalla vita”. (Enza Ferrigno) |
Autore: Jean -Claude IZZO
Titolo: Vivere stanca
Editore: e/o
Anno: 2001 |
Marsiglia è una città di mare, con un porto in crisi
che pullula di reietti, di falliti, di gente che ha toccato il fondo.
Marsiglia è una città crudele, dove la vita non perdona chi ha voluto
sfidarla vagheggiando assurde speranze di riscatto: alcolisti, disoccupati,
prostitute, extracomunitari, ma anche persone apparentemente normali. E a
Marsiglia si muore con il vuoto dentro, con l’idea di essere arrivati al
capolinea di un percorso inevitabile, così diverso da quello che si era
desiderato. La violenza scatta all’improvviso, fulminea, irrazionale, nella
girandola di omicidi e di suicidi che concludono quasi tutti i racconti di
questo brevissimo libro. Una violenza che si comunica anche attraverso lo
stile aggressivo, asciutto, essenziale con cui l’autore si esprime.
Il gusto per il noir è evidente, forse anche un po’ troppo sottolineato, a
volte, quasi ricercato a forza in alcune storie che altrimenti
risulterebbero comuni, se non addirittura banali.
(Paola Lerza) |
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