segnalibro

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O

Ho riletto più volte questo libro e sono certa che anche voi lo farete. Di appena cento pagine, ha due grandi pregi: può essere usato come documento storico ed è scritto in forma lineare e immediata.
L’autrice racconta alcuni episodi della vita di una terza liceo durante il Fascismo. I ritratti degli insegnanti (i più in camicia nera, duri, aridi, desiderosi di compiacere il regime più per conformismo che per vera fede politica) e quelli degli alunni (ridenti, beffardi, a volte crudeli nel cogliere i lati ridicoli delle situazioni, capaci di non prendere sul serio ciò che avevano capito essere solo propaganda) sono così “vivi” da sembrare “disegnati”.
Un libro che vedo adatto ad essere letto in classe ad alta voce dall’insegnante per trovarvi, insieme agli alunni di terza media o dei primi anni delle superiori, gli aspetti tipici di una scuola (ma non solo di quella) al tempo del Fascismo e anche per essere trasformato in un copione teatrale.

(Gabriella Rapella)

P

Istruzioni per l’uso: prima di leggere ai bambini (7-10 anni) questo libro, leggete loro “La piccola fiammiferaia” di Andersen. Quando li vedrete con la faccia delusa (e alcuni, se sarete stati bravi, perfino con gli occhi lucidi) per il finale strappalacrime, partite con la lettura de “L'incredibile storia di Lavinia”. È la grandiosa, rivoluzionaria rivincita di tutte le piccole fiammiferaie del mondo, di tutte le piccole vittime della loro sfortuna e della nostra indifferenza. La notte di Natale, in piazza Duomo a Milano, Lavinia, orfanella affamata e intirizzita, cerca inutilmente di vendere fiammiferi a gente ferocemente indaffarata a ignorare la sua miseria, quando riceve da una fata uno straordinario dono: un anello magico che trasforma cose, persone e animali in… Avvertenza: il libro è sconsigliato agli schizzinosi. I bambini però in genere non lo sono affatto, anzi scoppiano in applausi e risate ogni volta che la magia si realizza e Lavinia punisce i prepotenti e gli egoisti con il suo terribile potere, ottenendo in cambio cibo, vestiti e la soddisfazione di ogni capriccio. L’ex-fiammiferaia riesce perfino a liberare gli animali dello zoo e a salvare un neonato da un incendio. Ironia, divertimento e una carica trasgressiva che diventano un messaggio forte e positivo contro tutte le arroganze, dalle parte delle piccole fiammiferaie che non vogliono morire la notte di Natale.
“Ringrazio per l’ispirazione: Andersen per la fiammiferaia, Tolkien per l’anello, King per lo sguardo, Voltaire perché sì e Madre Natura per la cacca”. (Bianca Pitzorno)

(Daniela Borsato)

Le storie corte, nella mia scuola, sono quelle “senza segnalibro”.
Quelle da leggere d’un fiato, se la maestra non fuma troppo. Quelle che si possono raccontare due o tre volte di seguito, se a nessuno scappa la pipì. Quelle che si possono raccontare al papà o alla mamma in macchina, o alla nonna dopo cena, o al fratellino per fargli capire che anche tu hai qualcosa da dire.
Queste di Piumini sono storie brevi, ma grandi. Semplici, ma memorabili.
Ci sono personaggi che non si dimenticano. Caciocavallo, il brigante calabrese, Me Di Cin, il medico cinese, la lucertola Gonzilla, il lampionaio nella notte scura.
E c’è il povero che prende il ricco a bastonate…” e lo fece scappare: e fece bene, perché un uomo non è una cosa e non si può comprare.”
Le illustrazioni, stupende, sono di Altan, tanto per non farci mancare niente…

(Maria Cristina Rosa)

Ai bambini piace parlare di cacca e di schifezze in genere. E questo è un libro che piace ai bambini perché il finale è del genere “chi di cacca ferisce, di cacca perisce”… Vabbè, non è così semplice…
La storia è quella di Scapino, un cane triste per colpa del suo padrone Tristo. Scapino diventa amico del randagio Ciongo e grazie a lui riuscirà a cambiare vita…
Mentre voi leggete, i bambini ascoltano e guardano le immagini sull’altra pagina (è un cartonato, di quelli con la spirale…)
E poi tutto il testo è in stampato maiuscolo e le illustrazioni sono davvero belle e chiare.
Ai miei piccoli di 3-4-5 anni è piaciuto molto e pure a me.

(Maria Cristina Rosa)

“C’era una volta (ma anche ieri, oggi) un circo, che girava per le città e i paesi d’Italia ed era pieno di animali di ogni specie. Elefanti, tigri, leoni, zebre, scimmie.”
A me il circo non è mai piaciuto. Tanto meno gli animali in gabbia. Però Cichita è una buffa scimmietta tutta pizzi e crinoline e allora ho preso il libro e l’ ho portato a scuola.
Un grande scrittore, Giuseppe Pontiggia, ci regala la storia di questa scimmietta parlante, la furba Cichita, che riesce a salvare il circo dal fallimento e a liberarsi quando dei terribili banditi…
A volte mi viene da pensare che se Cichita avesse usato il suo talento, la parola, per liberare i suoi simili e riportarli a casa, sarebbe stato meglio. Però ai bambini la storia piace, i colpi di scena sono avvincenti, le illustrazioni belle. Il finale è un gran finale, con la nostra eroina portata in trionfo.
Vabbè, per questa volta lasciamo che il circo monti il tendone.
Gli animalisti li facciamo intervenire la prossima volta…

(Maria Cristina Rosa)

 

                                                      

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