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NARRATIVA SA-SG
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SP-SZ
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S
Autore: Antoine de SAINT-EXUPÉRY
Titolo: Il piccolo principe
Editore: Bompiani
Anno: 1943 |
Quando ho letto questo libro per la prima volta, tanti
anni fa, non mi è piaciuto. Ma ero una ragazzina. Per questo non vorrei
inserirlo nella sezione didattica, non sono così sicura che possa essere
compreso e apprezzato dai bambini e nemmeno dagli adolescenti. Certo
l’argomento trae in inganno, e anche il linguaggio. Perché indubbiamente è
una fiaba, ma chi l’ha detto che le fiabe siano scritte solo per i bambini?
Questo racconto è per gli adulti. I grandi, come dice il piccolo principe.
Che in un disegno di un boa che mangia un elefante riescono a vedere solo un
cappello. Che coltivano cinquemila rose in un giardino e non sanno amarne
una, una soltanto. Ma solo un adulto secondo me capisce, dopo aver vissuto
l’esperienza del dolore e della perdita, che cosa significhi lasciarsi
addomesticare.
È un libro che piace molto o per nulla, non esistono vie di mezzo. Nella
rete si trovano pagine e pagine ispirati al piccolo extraterrestre:
riduzioni teatrali, giochi, manifestazioni artistiche, commenti positivi e
negativi. Non lascia indifferenti, il piccolo principe.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede
bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per
ricordarselo.
"È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così
importante".
"È il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurrò il piccolo principe
per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei
responsabile della tua rosa..."
"Io sono responsabile della mia rosa..." ripeté il piccolo principe per
ricordarselo.
(Daniela Borsato) |
Autore: José SARAMAGO
Titolo: Cecità
Editore: Einaudi
Anno: 1998 |
Il romanzo, che si colloca indubbiamente tra i capolavori
della letteratura contemporanea, racconta in crescendo la storia di una
misteriosa, apocalittica cecità che colpisce una umanità mostrata nella sua
progressiva degradazione, assoluta. In un mondo, che il lettore vede
attraversato da una abbagliante “luce cieca” che investe i personaggi, si
assiste ad una sorta di punizione/messaggio per gli uomini. Una società,
stravolta ed impotente, regredisce ad uno stato primordiale fatto di bisogni
non mediati, di perdita di identità e di senso, anche quello del cammino
della civiltà e del tempo che continua a scorrere ora indifferente, ora
amico, ora ostile, ora boia dell’uomo. Difficile descrivere, bisogna leggere
per farsi attraversare da uno o mille sensi insieme della storia narrata.
Incalzante, la scrittura procede attraverso discorso diretto e indiretto
liberi, per tirarci dentro ogni sensazione; asciutta, ci accompagna neutrale
ad assistere, senza formulare giudizi poiché essa stessa è, strumentalmente,
un giudizio, armato, sulle cose, sugli uomini, sulla società. Ci lascia
davanti alle pagine a meditare, questa scrittura, sul fatto che non siamo
stati accecati dalla luce, ma ciechi nella luce. Un grande Saramago che
mostra l’incubo di una misera umanità, o forse di un’umanità che può
ritrovare se stessa, chissà dove, e perpetuare la Storia!
(Sonia Solomonidis) |
Autore: Marjane SATRAPI
Titolo: Persepolis
storia di un’infanzia (fumetto)
Editore: Sperling & Kupfer
Editori
Anno: 2003
Autore: Marjane SATRAPI
Titolo: Persepolis 2
Editore: Sperling & Kupfer
Editori
Anno: 2004 |
Una storia a fumetti, ambientata in Iran
mentre crolla il regime dello Scià, trionfa la rivoluzione islamica e
scoppia la guerra con l’Iraq.
E’ la storia vera di una bambina di
Teheran, figlia di genitori progressisti, che vive con la sua famiglia il
trasformarsi della sua regione da paese moderno in paese a regime
fondamentalista, con tutte le conseguenze del ribaltamento dei costumi,
delle leggi e dei rapporti umani che costringono la famiglia di Marjane alla
tragica ribellione silenziosa di chi non si adegua al sistema, alla
sofferta decisione di mandare la figlia in Europa per studiare, alla
sofferenza di un’adolescente che vive la sua partenza come un abbandono.
Lo stile narrativo fumettistico rende la
lettura immediata. I disegni in bianco e nero, dai tratti essenziali,
sembrano non distogliere il lettore dal contenuto della storia, ma piuttosto
fargli cogliere l’essenziale.
Persepolis 2 è la continuazione di
Persepolis. La storia di Marjane, adolescente iraniana, che approda in
Austria per completare gli studi.
Il dualismo tra l’inserimento in un nuovo
assetto sociale e il mantenimento del suo senso d’appartenenza portano
Marjane a rifugiarsi in un gruppo di amici emarginati quanto lei e a fare
esperienze non del tutto ortodosse.
La nostalgia della sua terra, dopo la
maturità, la riporta in Iran, dove trova una Teheran diversa da quella
lasciata e dove lei stessa si scopre cambiata. Il rientro è faticoso. Vive
sulla propria pelle censure, prepotenze e mortificazioni che la portano a
considerare l’emigrazione come definitiva.
In questo secondo volume, la narrazione
fumettistica rende più immediato e coinvolgente il dissidio interno e la
condizione psicologica di una ragazza che va alla ricerca della sua
identità, prima ancora che etnica, personale.
(Teresa Ducci) |
Autore: Sam SAVAGE
Titolo: Firmino
Editore: Einaudi
Anno: 2008 |
Ultimo di una nidiata di tredici topi
venuti al mondo in maniera rocambolesca e fortuita nel seminterrato di una
libreria di Boston, negli anni '60, Firmino assapora sin dai primi momenti
la durezza dell'esistenza: essendo il più piccolo e il più debole, non
riesce a succhiare il latte della madre e per sopravvivere si vede costretto
a cibarsi dell'unica alternativa possibile, cioè le pagine dei libri che
trova intorno a sé. Quel nutrimento, che gli consente di crescere e di
fortificarsi, diventa ben presto per lui anche cibo per la mente: Firmino,
incredibilmente, impara a leggere e diventa un vorace consumatore di opere
di tutti i generi e di tutte le epoche.
Piano piano, però, Firmino inizia a
conoscere il mondo esterno: dapprima si tratta soltanto di brevi capatine
notturne per procurarsi il cibo, poi di incursioni sempre più lunghe, finché
il passaggio si compie e Firmino fa il suo ingresso in quell’universo che da
sempre lo attira e al tempo stesso lo spaventa. Attraverso il suo sguardo
attento e spesso ironico conosciamo uno spaccato della società americana di
mezzo secolo fa, con le sue luci e le sue ombre. Di quel mondo in preda ai
cambiamenti, simboleggiati dal piano di ristrutturazione che coinvolgerà
anche la libreria, Firmino non riuscirà mai ad essere veramente parte.
Il libro affascina per le molte citazioni letterarie, musicali e
cinematografiche che costituiscono una sorta di sfida all'intelligenza, alla
memoria e al patrimonio culturale dei lettori, ma che a tratti rischiano di
appesantire la narrazione.
Firmino è un personaggio tenero e malinconico, simbolo del lettore
appassionato ma anche di un certo tipo di intellettuale di baudelairiana
memoria, l’essere privilegiato che, incompreso dai suoi simili, resta
inevitabilmente ai margini della società. (Monica
Anelli) |
Autore: Leonardo SCIASCIA
Titolo: Il giorno
della civetta
Editore: Bompiani
Anno: 1961 |
Anni ’50: la guerra si è conclusa da poco, e con essa
il ventennio fascista; l’Italia è in mano a uno dei primi governi
repubblicani. L’ombra di Roma e dei suoi palazzi del potere si allunga
sinistra su una Sicilia “implacabile, vendicativa, bellissima”, in cui
alcuni insospettabili parlamentari hanno creato il proprio feudo personale.
E in quell’isola lontana, che non ha mai del tutto accettato la presenza di
uno stato “esterno”, ma che è vissuta per secoli su un codice inflessibile
di norme ataviche e inespresse, arriva il capitano dei carabinieri Bellodi.
Arriva dal nord, dall’Emilia, a indagare su due delitti intrisi di mafia, di
interessi sotterranei e di omertà. E’ bravo, il capitano Bellodi: è un
“uomo”, e non “un mezz’uomo, un ominicchio, un pigliainculo o un quaquaraquà”,
secondo la singolare e ormai famosa definizione di un boss locale. E’ un
uomo: ma anche gli uomini, anzi, proprio loro, soccombono di fronte alle
trame della politica e alla logica corrotta del potere. La legge, arma in
cui Sciascia deve credere con laica e lucida razionalità, si rivela alla
fine insufficiente, impotente, inadeguata. E la Sicilia, sempre più
“incredibile” nella sua passiva immobilità, nella sua indifferenza impunita,
diventa metafora dell’Italia e del mondo, un mondo in cui la ragione e la
giustizia finiscono per trovarsi spesso, paradossalmente, dalla parte del
torto.
Un romanzo-inchiesta scritto in uno stile asciutto, penetrante, pulito; uno
spaccato esemplare di quella “sicilianità” di cui tanti grandi autori, da
Verga, a Pirandello, a Quasimodo, si sono fatti portavoce.
(Paola Lerza) |
Autore: Antonio SCURATI
Titolo: Il sopravvissuto
Editore: Bompiani
Anno: 2005 |
Caro lettore, fatti tentare dal titolo e immergiti
nella lettura di questo splendido libro che ti stupirà per la grande
ricchezza di idee, immagini, riflessioni e spunti a vario livello.
La storia ruota attorno a due protagonisti, Andrea Marescalchi e Vitaliano
Caccia. Il primo è un professore di filosofia del liceo di Casalegno, il
secondo è un suo studente, brillante ma poco studioso. Questi presupposti
offrono a Scurati un canovaccio su cui dipingere un affresco sociale sotto
forma di romanzo e delle motivazioni per il gesto inconsulto di Vitaliano,
che il giorno dell'esame di maturità elimina freddamente tutti i componenti
della Commissione. La polizia lo cercherà per mesi senza mai trovarlo,
mentre Andrea vive quei mesi come un sopravvissuto, in compagnia degli
agenti di scorta: solo per caso verrà a sapere dov'è finito il suo studente-assassino. La consapevolezza di essere stato una delle cause che lo
avrebbero motivato a compiere l'eccidio diventerà la sua ancora di salvezza
e la sua forza, distraendolo dall'idea del suicidio e dall'impotenza ad
agire.
Egli che è stato risparmiato non è un martire ma non è neppure un eroe. Egli
ha “patito in misura eccezionale” ma non ha “fatto qualcosa di
straordinario”. Accetterà di riprendere a vivere giorno per giorno in
compagnia dei suoi nuovi studenti all'inizio di settembre, come ogni anno.
(Alida Fonnesu) |
Autore: Vauro SENESI
Titolo: Kualid che non
riusciva a sognare
Editore: Piemme
Anno: 2007
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Kualid è un piccolo talebano che vive
senza il padre in una misera casa. Col cugino Said copre con la terra le
buche nelle strade di Kabul, per guadagnare qualche moneta da portare alla
mamma e al nonno, con cui vive. La sua esistenza è povera, ma, non conoscendo
i colori della vita, Kualid sente solo la mancanza di un sogno: cosa
significa sognare? Non lo sa. Said, un giorno, lascia il piccolo centro per
andare a studiare il Corano, lasciando Kualid solo e triste, finché non
capita, per caso, nella bottega di un calligrafo, ove resta incantato ad
osservare la polvere del carboncino, capace di creare segni come per magia,
così come la polvere delle ali di una farfalla dà agli insetti la magia del
volo.
Babrak, il calligrafo, con i suoi racconti e le sue spiegazioni, permette
alla fantasia di Kualid di galoppare in un mondo fatto di luci, colori,
speranza.
E con la capacità di fantasticare, giunge anche il primo sogno per il
ragazzo, anche se il sogno sarà…
Il libro è avvincente, perché mostra non solo la vita semplice di un bambino
di Kabul, ma la sofferenza e l’incapacità di avere sogni di tanti afgani,
grandi e piccoli, ormai rassegnati alla loro triste e misera vita.
(Enza Ferrigno) |
Autore: Luis SEPULVEDA
Titolo: Le rose di Atacama
Editore: Tea
Anno: 2006 |
Sepulveda sta visitando il campo di
concentramento di Bergen Belsen in Germania, quando ad un tratto su una
pietra trova incisa una frase: ”Io sono stato qui e nessuno racconterà la mia
storia”. L’autore è anonimo, non si sa se sia un uomo o una donna; la sua
vicenda è sfuggita al ricordo dei posteri perché nessuno l’ha fissata in un
racconto. In quel momento avviene qualcosa di straordinario: arrivano
direttamente dai ricordi di Sepulveda una serie di persone che simbolicamente
vogliono allontanare l’oblio da quella pietra. Citate una per una, rimangono
tuttavia sconosciute al lettore perché tutte appartenenti a quella gente
comune che nessuna pagina di storia ricorda. “Io capii che dovevo raccontare
le loro storie”. Così Sepulveda dà inizio ad una carrellata di racconti dove
storie di naturale e spontaneo eroismo appartenenti ai vari continenti
scorrono davanti al lettore coinvolto dalla semplicità e nello stesso tempo
dalla grandezza di quelle vicende. L’esperienza del viaggio e dell’incontro
lega i trentaquattro personaggi, accomunati dalla volontà di resistere sempre
e comunque a ciò che non è giusto: soprusi politici, danni ambientali, dolori
della vita. Alla fine della lettura si acquisisce la consapevolezza del ruolo
che ognuno può avere nella lotta alle ingiustizie ed ai soprusi, ma
soprattutto la certezza che, come afferma una canzone famosa, “la storia
siamo noi”. (Rossella Francesconi) |
Autore: Marcela SERRANO
Titolo: Antigua,
vita mia
Editore: Universale Economica Feltrinelli
Anno: 1997
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Forse raccontare le
trama di questo romanzo porterebbe il lettore su una strada sbagliata. La
storia infatti non manca di nessuno degli ingredienti del romanzo giallo: la
misteriosa scomparsa di Violeta, il ritrovamento dei suoi diari da parte di
Josefa, un tentativo di stupro, un omicidio, un processo.
Ma in realtà tutto questo non è che lo sfondo per
raccontare una fortissima amicizia tra donne, che sopravvive a tutto:
dolori, passioni, matrimoni sbagliati, abbandoni, esilio. La vicenda si
svolge tra Cile e Guatemala. È ad Antigua che le due amiche ritroveranno la
loro anima. Ma è soprattutto grazie al loro profondo legame che Violeta e
Josefa riusciranno a ritrovare se stesse e una nuova vita.
"Una
donna è la storia di piccolezze, banalità, incombenze quotidiane, è la somma
del non detto (...) Ed è la storia delle sue radici e della sua origine, di
tutte le donne che furono nutrite da altre che le precedettero affinché lei
potesse nascere: una donna è la storia del suo sangue. Ma è anche la storia
di una coscienza e delle sue lotte interiori. Una donna è la storia di
un'utopia."
(Daniela Borsato) |
Autore: Marcela SERRANO
Titolo: L’albergo delle donne tristi
Editore: Universale Economica Feltrinelli
Anno: 1997
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Un gruppo di donne
famose, comuni, ferite, tristi e in cerca di conforto trova rifugio in un albergo ai confini del
mondo. Esso è gestito da Elena, psichiatra che ha trovato la tranquillità. Una delle ospiti è Floreana che ricomporrà i frammenti della propria esistenza risvegliandosi alle emozioni e sciogliendo i nodi che la legano al passato e alla sofferenza.
Un altro tema è quello del tempo: scorre tra le pagine nella descrizione dei
sentimenti, dei ricordi, degli eventi, del trapasso di alcuni
personaggi, del lutto, dei cambiamenti nel rapporto tra i due sessi.
(Alida Fonnesu) |
Autore: Marcela SERRANO
Titolo: Noi che ci vogliamo così bene
Editore: Feltrinelli
Anno: 1996 |
“Vi regalo un pensiero, ragazze, perché
possiate dormire tranquille: la cosa migliore è essere assolutamente
banali. Che nessuna si senta svilita perché non è stata
un’eroina… essere obbligate a morire, sognando la terra a cui non si
fece mai ritorno…”
Quattro amiche, Ana, Maria, Isabel e Sara decidono di lasciare
impegni e famiglie per ritrovarsi dopo tanto tempo.
Nella casa sul lago si raccontano a briglie sciolte per ritrovare il
bandolo delle loro esistenze, per chiarire, soprattutto a se stesse,
il senso della loro vita.
Quattro storie diverse ma tutte ancorate alla Storia del loro paese:
un Cile politicamente inquieto, in transizione dalla dittatura di
Pinochet verso il moderno assetto politico.
Quattro donne che si ascoltano, che prestano attenzione e conforto
alle pene e ai dolori accumulati e che mutuano la forza e il
coraggio di srotolare il fascicolo di ognuna.
Storie diverse, raccontate con la stessa franchezza e apertura come
in un confessionale, senza pudore. Storie in cui ogni donna può
trovare una piccola parte di se stessa.
(Teresa Ducci) |
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