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NARRATIVA CP-CZ
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Autore: Giuseppe CULICCHIA
Titolo: Un’estate al mare
Editore: Garzanti
Anno: 2007 |
Cosa salvare di questo libro? Non granché, purtroppo. Non i
personaggi, prigionieri di gesti ed espressioni che li rendono noiose
figurine senza spessore, cristallizzati come sono nei loro tic e nelle loro
manie. Non la trama, banale e scontata, appesantita da alcune forzature e
da un finale frettoloso. Lo stile non è male, certo, ma nel complesso
quest’opera sembra più il frutto di un’abile operazione editoriale, curata
nei minimi dettagli, che non di genuina ispirazione. Anche la quarta di
copertina contribuisce a creare molte aspettative nel lettore:
“esilarante”, “spassoso”, “divertentissimo, troppo divertente”, sono solo
alcuni degli aggettivi spesi per una storia che lascia invece un retrogusto
amaro. C’è ben poco da ridere, insomma. Forse, ogni tanto, solo da
sorridere, ma di quei sorrisi un po’ storti e malinconici. Perché ci si
riconosce inevitabilmente in certi gesti, in certe paure… e questo tanto
ridere non fa.
La storia? È l’estate del 2006, quella della vittoria dell’Italia ai
Mondiali di calcio. Luca e Benedetta sono in viaggio di nozze in Sicilia;
lei è ossessionata dall’idea di avere un figlio, lui dal terrore di
invecchiare. Ma non è solo il futuro a spaventarlo: l’incontro con una sua
ex e la di lei figlia e il ricordo del padre scomparso lo mettono di fronte
anche al suo passato. Sullo sfondo, una Sicilia rovente e immota e l’Italia
dei titoli dei giornali, con i suoi piccoli e grandi scandali. Il finale
sembra appiccicato lì in tutta fretta per finire il libro e liberarsi
dell’incomodo.
Deludente davvero.
(Monica Anelli) |
Autore: Maria Rosa CUTRUFELLI
Titolo:
La donna che visse per un sogno
Editore: Frassinelli
Anno: 2004 |
“La Donna nasce libera
e ha gli stessi diritti dell'uomo. Le distinzioni sociali non possono essere
fondate che sull'interesse comune”. Con queste parole inizia la
“Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina” (1791), un
documento dirompente, da molti ritenuto il primo manifesto del femminismo e
l’opera più conosciuta di Olympe de Gouges, cittadina francese,
giornalista, autrice di testi teatrali, rivoluzionaria prima e repubblicana
poi, vissuta e morta per un sogno, quello della libertà e dell’uguaglianza
fra i sessi.
Il 3 novembre del
1793, in una Parigi sconvolta dal Terrore, Olympe è ghigliottinata per “(…)
aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso ed essersi
immischiata nelle cose della Repubblica”
Maria Rosa Cutrufelli ricostruisce i suoi ultimi mesi di
vita in questo romanzo dove la realtà storica rigorosamente documentata si
intreccia con la finzione romanzesca: il ritratto di Olympe è un mosaico che
si compone poco a poco attraverso i racconti di una serie di personaggi,
tutti femminili, le cui vite si sono, anche se solo per qualche istante,
intrecciate con la sua. Nelle parole della giovane nuora, della vecchia
fedele cameriera, della giovane giacobina che l'ha tradita e denunciata,
delle compagne di cella e di altre voci minori, la figura di questa donna si
compone e si impone in tutta la sua complessità e modernità.
(Monica Anelli) |
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